Makalu 2016
MAKALU 8.463 mt. , NEPAL
Parete nord-ovest
18 maggio: anniversario della salita al Kanchenjunga (8.586 m.) con bel tempo. Due anni dopo sono al campo base del Makalu (5.800 m) ad aspettare il bel tempo che non arriva.
Questa mattina sono pronto e convinto a salire: colazione abbondante e poi alle 11.00 si parte ... e invece No, si rimanda di un paio di giorni. Le previsioni che arrivano quotidianamente dall’Europa sono contrastanti, non si vede un giorno di bel tempo per dare l'attacco finale alla vetta.
E’ panico, in questi giorni mi sono cambiato e preparato più volte: ero pronto a partire e poi consultandomi con tutti i centri di meteorologia possibili mi sono dovuto fermare al campo base. Intanto, la montagna, in attesa di nuove previsioni attendibili, è deserta. Siamo tutti al campo base ad aspettare la fatidica finestra di bel tempo.
19 maggio: sono quasi prigioniero del campo base, nel frattempo arrivano delle notizie confortanti sulle date di bel tempo per la cima. Dopo una riunione al campo base con tutte le spedizioni presenti, pare che i giorni migliori per la cima possano essere il 22 o 23 maggio. Decisione unanime; essere in vetta il 23 mattina.
E' la prima volta che mi succede: le previsioni internazionali sono contrastanti, tuttavia la giornata del 23 maggio sembra essere per tutte quella più problematica. Pare che tra il 22 notte e il 23 mattina, fino alle prime ore dell’alba, dovrebbe fare una piccola nevicata e la visibilità non dovrebbe essere perfetta.
20 maggio: giornata di preparativi.
21 Maggio: alle ore 12:00 parto per il campo 1 a 6.500 metri. Parto nel mezzo una nevicata impetuosa, arrivo nel fine pomeriggio, mi metto in tenda e provo a mangiare qualche cosa. Con il mio pentolino faccio sciogliere la neve per fare acqua, qui bisogna bere più possibile per non disidratarsi. La notte, con il vento forte misto a neve, è disastrosa.
22 Maggio: alle ore 7:00, nella tormenta più assoluta, parto per il campo 2 "Makalu La” (7.500 m.). Tutte le altre spedizioni sono un giorno davanti a me, devo salire 1000 metri di dislivello su terreno misto roccia e ghiaccio. Devo salire a tutti i costi, se voglio andare avanti. Verso sera vedo la mia tenda, sono le 16 del pomeriggio. Un paio d'ore di riposo e poi alle 20:00 decido di partire. Esco dalla tenda, le temperature sono rigide e la nebbia circonda le tende. Provo ad individuare la direzione giusta, parto per la vetta verso le 23:00. Il cielo ora è sereno e si vedono le stelle, raggiungo le altre spedizioni e mi aggrego a loro tracciando nella neve profonda. Con fatica e determinazione al sorgere del sole sono arrivato a 8.000 metri. Intravedo davanti a me il canale dei francesi, una parte più ripida con dei salti di roccia. Verso le 12:00 sono sulla cresta sommitale del Makalu. Ancora poche centinaia di metri e poi la vetta: l’ultima parte non è banale, bisogna fare molta attenzione. Si arrampica a 8.483 m. su cresta affilata. Alle 13:00 del 23 maggio sono in vetta, con me alcuni sherpa delle spedizioni commerciali che gentilmente mi fanno la foto di rito sulla quinta montagna più alta del mondo. Con grande soddisfazione posso ammirare uno spettacolo della natura: l’Everest e il Lhotse, l'aria è così tersa che mi pare di toccarli con la mano. Sono così in alto che mi sembra di intravedere curvatura della terra. La mia permanenza in vetta dura una mezz'ora dopo di che inizio la discesa. Verso tarda sera sono di ritorno al "Makalu La”. Passo ancora una notte in tenda e il 24 mattina mi dirigo verso il campo base dove arrivo a metà mattinata esausto ma felice di aver finito la mia spedizione. Ho scalato il mio settimo ottomila.